La grande bugia borbonica
di Tanio Romano
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Informazioni editoriali
Il revisionismo sull'Unità d'Italia un grande imbroglio? Per la prima volta un libro controcorrente smonta, pezzo per pezzo, con maniacale cura, facendo leva su diverse centinaia di fonti, molte delle quali poco note, l'ondata antirisorgimentale. Con taglio spesso ironico, satirico e volutamente accessibile a tutti, ma rigorosamente scientifico, vengono smentite più di 100 balle: dalle decine di primati (farlocchi) del Regno delle Due Sicilie alla menzogna delle industrie e delle banche meridionali fatte chiudere, o fallire, dal neonato Regno d'Italia; dalla panzana della corruzione dei generali borbonici all'inganno delle cosiddette stragi di Bronte, Casalduni e Pontelandolfo; dalla bufala per cui i Savoia avrebbero pianificato l'unificazione per ripianare il debito del loro Stato in bancarotta al mito di un Reame borbonico moderno e depredato delle sue presunte ricchezze. Tra le altre rivelazioni, viene mostrato, per la prima volta, il vero volto, spesso nascosto nei libri scolastici, dei dittatori borbonici del Sud Italia, che non mancavano, con le consorti, di appellare gli stessi sudditi meridionali come "africani", "ingrati e traditori", "ripugnanti" e "selvaggi".
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