La voce degli ultimi

Esprimo, con molto piacere, qualche riflessione sul libro di Pierpaolo, nella nuova edizione che tocca corde molto profonde in modo poetico e concretamente aderente alla realtà. Pierpaolo è un autore sensibile e attento: leggere le sue poesie mi ha regalato emozioni e riflessioni. Come egli stesso afferma, oggi più che mai, è sbagliato credere che certe tematiche siano state già ampiamente trattate e interiorizzate. La cronaca ci dimostra quotidianamente che non è così, che dobbiamo essere sempre vigili affinché i più deboli, come per esempio gli adolescenti, non siano prevaricati secondo la vecchia legge del più forte. Con linguaggio semplice, con delicatezza e profondità, nelle poesie di Pierpaolo si percepisce l’urgenza di dare voce agli ultimi, questa ampia categoria di umanità dolente in cui ciascuno di noi può, a suo modo, identificarsi, sottolineando che non ci sono steccati invalicabili tra le persone, incoraggiando a guardare gli altri con empatia e umana solidarietà. Anche la politica ha le sue precisi responsabilità in questo processo di costante tentativo di inclusione, attenzione, rispetto dei diritti di tutti, da quelli personali e civili a quello di natura più sociale. E allora la malattia non deve essere vista come un tabù, infatti è importante ricordare l’impegno di Pierpaolo Felicetti nella AISLA, la ricchezza umana data dell’esperienza del contatto con questi “angeli”. Importanti i riferimenti alla pena di morte, sempre nell’ottica del superamento della legge occhio per occhio, feroce e anacronistica. Belli e toccanti i versi che descrivono l’angoscia di chi perde il lavoro, o quelli che si riferiscono alla violenza sulle donne. Alla disperazione fa da contrappeso la speranza, la consapevolezza di ciò che è importante nella superficialità dei mille messaggi da cui siamo bersagliati. Le poesie di Pierpaolo donano emozioni pure, semplici, ci mettono in comunicazione con l’altro, ricordandoci l’importanza della nostra vita e della nostra umanità. Giuliana Liguori