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Il testo è un vademecum, sulle buone maniere da adottare per banchettare a tavola con gli altri, per educare i figli alla socialità del ristorante, per accogliere gli ospiti con garbo. Nasce dalla considerazione che saper “leggere e scrivere” non migliora la vita, quando si trascura che una buona educazione e la cortesia sono indispensabili per vivere civilmente in società e migliorarla. L’educazione è un valore, e come tale, può contrastare l’aumento dei locali che si autoproclamano adult only e children-free, dove i bambini sono indesiderati, perché ineducati. Pertanto, con un linguaggio semplice ma diretto, con descrizioni a volte scarne ma incisive, senza tanti arzigogoli, porto l’attenzione sulla pratica delle buone maniere, sull’educazione e la cortesia che, soprattutto oggi, nell’era dell’omologazione, fanno di noi una persona con stile e non ci fanno smarrire l’arte della convivenza. Non un elenco di regole sterili, dunque, bensì un insieme d’indicazioni per trasmettere gentilezza, cura, disponibilità e rispetto verso sé stessi e verso gli altri.
Questo libro ha ottenuto N. 1 recensioni dai nostri lettori
sandra ianni -
marzo 22, 2020 L’educazione è stata sempre la principale occupazione della dott.ssa Onelli, d’altronde il termine educare deriva dal latino e rimanda al significato di condurre, nel senso di far crescere. Ciò si traduce nella promozione dello sviluppo di facoltà intellettuali, estetiche e morali della persona. Ben sappiamo che l’educazione non è il semplice insegnamento, di sapore ottocentesco, che forgia e foggia, bensì il mezzo per tirar fuori dalla persona ciò che ha da sviluppare di autentico, di proprio. Educare è inoltre una parola implicitamente connotata in senso positivo: dire di una persona che è educata significa riconoscerle una buona educazione, una qualità.
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L’educazione è stata sempre la principale occupazione della dott.ssa Onelli, d’altronde il termine educare deriva dal latino e rimanda al significato di condurre, nel senso di far crescere. Ciò si traduce nella promozione dello sviluppo di facoltà intellettuali, estetiche e morali della persona. Ben sappiamo che l’educazione non è il semplice insegnamento, di sapore ottocentesco, che forgia e foggia, bensì il mezzo per tirar fuori dalla persona ciò che ha da sviluppare di autentico, di proprio. Educare è inoltre una parola implicitamente connotata in senso positivo: dire di una persona che è educata significa riconoscerle una buona educazione, una qualità.