[Writing Secrets]

Entro oggi, così mi diceva Donato Corvaglia nella sua mail.

Il libro mi è stato regalato, come a tutti quelli che sono rientrati tra i primi ad averlo richiesto, in cambio mi si chiede un aiuto per farlo conoscere. Ma, attenzione, mi si chiede non solo con grande gentilezza, ma solo dopo che il regalo mi è stato fatto. Potrei tenermelo e non fare altro.

Entro oggi? Ma è arrivato stamani! E come faccio, io le recensioni non le so scrivere e manco mi piacciono. Questo ho pensato mentre maledicevo le poste che qui, in campagna, consegnano ogni due o tre volte la settimana e hanno fatto sì che si arrivasse stretti con i tempi.

Poi ho aperto il libro e ho iniziato a leggere, sono le 20.45 e tolta una mezzoretta per mangiare non ho mai smesso.

Ho letto molti libri e manuali di scrittura, ma mai avevo provato questa sensazione di “iniziamo questo viaggio, si parte!” Mai provata la sensazione di stare per immergermi in una storia, la storia di come si scrive una storia.

Questo non è un manuale, è un viaggio che è stato accuratamente preparato; solo per trovare le citazioni perfette a corollario dei vari concetti espressi bisogna avere letto e studiato molto.

Io che la prima cosa che vado a vedere in un libro è l’indice, qua me lo sono trovato all’inizio e mi è sembrato subito Natale con tutti i regali sotto l’albero, anzi meglio perché potevo vedere subito cosa c’era dentro il libro, quali regali e decidere se procedere in ordine o aprire subito quello che mi interessava di più.

È scritto in maniera chiara e semplice, che tutto significa meno che banale, e riesce a tenerti incollato alle pagine con la voglia di andare avanti e vedere che succede, e anche la grafica poi! Lascia così tanto respiro, non ti fa trovare davanti a quei muri di parole fitte fitte, tutte uguali, come in genere nei manuali. I riepiloghi dei vari paragrafi aiutano a mettere dei punti fermi, offrono una sorta di ripasso senza che tu debba rileggerti l’intero capitolo. E se poi fai anche gli esercizi suggeriti alla fine di ogni capitolo, il divertimento è assicurato.

Ma soprattutto è un libro che dà grande importanza alle emozioni che si provano scrivendo, che si trasmettono ai personaggi e che arriveranno ai lettori, almeno se siamo abbastanza bravi, perché “tra scrivere e saper scrivere una storia c’è una bella differenza”.

Insomma se amate le recensioni “professional”, questa mia saltatela tranquillamente, ma mano sul cuore, vi consiglio di acquistare e leggere e tuffarvi in questo libro.

Non svela segreti, Donato Corvaglia, perché di segreti non ce ne sono, i “misteri” sono stati svelati da secoli e sempre quelli sono e questo significa che li possiamo imparare. È il modo che scegliamo di usare per scrivere una storia che fa la differenza. È la premessa il primo passo, ossia quello che chi scrive vuole dimostrare con la sua storia. Non la verità assoluta ma qualcosa di cui lui è fermamente convinto e a cui rimane fedele mentre scrive una pagina dietro l’altra. Non esiste racconto d’amore o di fantasy o un thriller che non possa ancora e ancora essere scritto.

Molti capitoli hanno titoli accattivanti, ma uno su tutti mi ha elettrizzata: Il cocktail degli angeli, quel tris di ingredienti magici che fanno la differenza perché catturano l’attenzione, provocano piacere e creano dipendenza. E questo cocktail non dovrebbe mai mancare, neppure in un manuale… come dimostra bene Donato Corvaglia, e se riesco a trasmettervi il mio entusiasmo e se non siete dei ghiaccioli.

E il capitolo sui Personaggi e il Protagonista! E quello sui dialoghi! Un mondo, un mare di idee e indicazioni, insomma si capisce che questo libro mi piace un sacco? E un mare di regole, quelle servono, vanno conosciute, non fosse che per rivoluzionarle.

Alcune regole/strategie non le conoscevo, non avevo mai dato un nome al “coktail” ma, modestia a parte, credo di averlo usato parecchio negli otto libri che ho scritto, almeno a giudicare dall’effetto che ha prodotto su di me mentre li scrivevo e su chi li ha letti e ha voluto farmi sapere le proprie impressioni. E cosa c’è di più bello che “ubriacarsi” in compagnia? Oddio, alcune cose ci sarebbero, ma questa è, per me, proprio bella.

Buona lettura, buon viaggio a tutti noi. E un grazie sentito a Donato Corvaglia.

Lisabetta Mugnai