Con le mani in tasca

Il romanzo “Con le mani in tasca” di Silvia Clemente, tratto da una storia vera ci conduce attraverso la storia di una famiglia campana trapiantata negli anni cinquanta in Colombia, terra insidiosa e dalle mille contraddizioni, fino ai giorni nostri, con il ritorno in patria.
Maria, giovane madre inesperta della vita, si trova ad affrontare con apprensione, insieme al figlioletto Giuseppe di appena due anni, la lunga traversata da Napoli a Cartagena, al fine di ricongiungersi col marito Pietro, uomo pragmatico e volitivo, partito in cerca di fortuna.
Il distacco dalla terra natia e dalla famiglia di origine è tuttʼaltro che indolore. Nonostante una iniziale ritrosia della donna ad allargare la famiglia, arrivano anche Sofia e Paolo, fratelli agli antipodi per indole e interessi, ma uniti da un privilegiato sodalizio affettivo.
Ed è proprio il rapporto tra i due figli minori a integrare il tessuto portante del racconto. Anche quando il corso degli eventi li porta a vivere separati, esiste sempre un filo invisibile a unirli: un bisogno, reciproco e irrinunciabile, di esistere nei pensieri dellʼaltro.