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Che poi...

Che poi...

di vanni spagnoli (Autore)


Un vagabondo del mare, un vagabondo della vita. Un poeta intensamente lirico che fruga con occhio incantato e mani curiose l'ondeggiare quasi marino del cuore e della vita. Eppure c'è anche il disincanto in alcuni di questi splendidi versi, un disincanto che raggiunge il cuore del lettore venandolo di malinconia. Gli occhi di Vanni Spagnoli sono pieni di stelle, e di tramonti, e di mare incantato, e di intensa bellezza. Palpitiamo con il suo cuore, ansimiamo con la sua anima quando "vediamo" le meraviglie che descrive con tanta lirica intensità. La Bellezza, con la B maiuscola, abita di diritto nei versi di questo poeta che io vedo come un vagabondo del sogno, un navigante della vita, un randagio dei sentieri selvaggi. Anche con i più grandi poeti ci sarà sempre bisogno di scrivere poesie. Come queste. Ornella Gigante

Autore

vanni spagnoli
vanni spagnoli
9 pubblicazioni Visita la pagina Autore

Informazioni editoriali

Data di uscita
2021
Editore
Youcanprint
Pagine
66
ISBN
ISBN
9791220335881

Recensioni clienti

5 su 5 stelle sulla base di 4 Recensioni
Da Silvana Mantovani il 12 feb 2022
Pubblicazione cartacea

Cosa dire dell’ultima Opera di Vanni Spagnoli più di quanto hanno già scritto tanti autorevoli autori, e lettori appassionati, prima di me…a partire dalla presentazione di Nadia Bertolani, emozionante e poetica, per finire con la chiusa elegante di Antonio Bianchessi, senza dimenticare tutte le altre voci che hanno colto ciascuna gli aspetti fondamentali di questa poesia “matura”, di un Autore amato, ancor giovane nel corpo e nella mente. E così il moto ondoso, il timbro secco di un’eco di risacca, il fremito delle tamarici, le ginestre, il grecismo lirico, così spesso presente nella poesia di Vanni, il classicismo elegante delle sue locuzioni, parole mai scelte a caso, ancorché fluenti spontaneamente dall’intimo, attimi e figure che un vero Poeta fa sorgere davanti al nostro sguardo e nel nostro animo. Ed io le vedo tutte queste immagine, come l’amata sulle scale accompagnata dal ciangottio dei gatti…/a precederti veloci / verso la dispensa / per il primo pasto / del mattino… Mai, come in questa Opera, ho visto nella poesia di Vanni Spagnoli ripetersi tante volte le parole “vecchio” e “bambini”. Mai ho sentito il rimpianto e la nostalgia permeare tanto le sue liriche, liriche, intendo, che riguardano la sua vita e il suo sentire personale, perché, a dire il vero, nei Poemi “Prigioniero dell’Alba”, o “Ubris”, nostalgia e rimpianto riecheggiano prepotentemente. Ma queste Opere, anche se in chiave rivisitata dal Poeta, sempre rispettoso del passato mitologico, sono, appunto, Poemi mitologici, a differenza di Che poi… “Nemesi” è un altro esempio in cui questi sentimenti sono presenti allo stato puro, ma anche questo Poemetto non parla dell’Autore, anche se in ogni sua Opera un Poeta cela sempre se stesso ed il suo sentire profondo. Il senso della memoria è ciò che ci coglie in un determinato momento della vita ed è in questo Tempo che si colloca l’Opera di Vanni Spagnoli, come scrive nei versi O forse l’accorciarsi / della tela del tempo / a rendere memoria / ogni attimo presente. Memoria è una parola ripetuta molte volte in questa stupenda raccolta, non c’è una poesia sola in cui non mi sia sentita emozionalmente coinvolta…Dove la vita ci raccoglie è una poesia intensa, che personalmente mi travolge, Sono, un grido sommesso della testimonianza di esistere…E tuttavia quando…non voglio scriverlo, perché il significato mi inquieta ed angoscia… Meravigliosa melancholie di un Poeta, Che poi…assurge a vette di altissimo livello, come tutte le Opere di Vanni Spagnoli. Silvana Mantovani

Da Clementina Daniela Sanguanini il 12 feb 2022
Pubblicazione cartacea

Una raccolta di poesie che si apre con l’immagine di un passero, a ricordarci il passero solitario leopardiano che qui ha scelto il ponte di una nave, per introdurci nel senso del viaggio che ci attende. Che poi, viaggiare è anche vivere e scrivere: “Viaggiare (scrivere?) è un po’ così, un muoversi con amore con piccoli-grandi passi, cercando di strappare un’emozione ai compagni di viaggio”. E in questi versi il viaggiatore contempla, riflette e si pone domande sul senso della vita. Ma c’è una risposta? Forse risposta non c’è. O, se si preferisce, la vita può essere letta come una condizione che oscilla tra gioia, bellezza, piacere, sogno, illusione, disillusione, ricordo, ma anche dolore, inquietudine, nostalgia, rimpianto. O, forse nemmeno questo. Perché passato e presente si fondono nella grandezza del mare e il desiderio vive e sopravvive, forse anche alla morte. La poesia di Vanni Spagnoli è potente, sa tenere insieme la musica del verso e la rappresentazione della fugacità della vita, la fantasia e l’apertura costante del desiderio. E c’è amore in questi versi. Tanto amore, un amore che unisce tutte le forme della natura e che conosce la pietà. Perché la natura sa essere ostile, ma anche compassionevole, mai indifferente. Nella sua opera si respira una conoscenza della condizione umana che non separa la disillusione dalla dolcezza della scrittura, la consapevolezza del tempo irreversibile dalla evocazione e ri-costruzione di immagini apparentemente cancellate che ora prendono movimento e lingua. Ed ecco che la sua scrittura apre nuove strade e tende a rinnovare tutto in armonia con il ritmo dell’universo, quello dello sciabordio delle onde: un’onda, una pausa che è indispensabile silenzio di riflessione per raggiungere la trasformazione, l’onda successiva. Il moto ondoso, con le sue sospensioni, diventa metafora di una danza che avvolge il viaggiatore quando abbraccia, attraverso ogni senso, la forza vitale dell’universo e la natura divina dell’arte. “Che poi…” è poesia pura, quella che ha a che fare con l’impossibile e che ci trasporta nell'altrove, nel mare dell’immaginazione. Clementina Daniela Sanguanini

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