ONDE AUDIOVISIVE - Il complesso rapporto tra arte, musica e cinema
di Marco Brama
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Informazioni editoriali
La musica ha vissuto la grande rivoluzione formale del Novecento, ma non è riuscita a trasporla compiutamente all'interno dell'audiovisivo, né è riuscita a rivendicare il contributo alla formazione del linguaggio cinematografico stesso. Eppure, mentre i compositori "colti" si chiudevano nelle loro "roccaforti", il cinema in pellicola sperimentava nuove forme per immagini, testi e sonoro, spalancando le porte ad una nuova generazione di autori. Sulla scia di un profondo rinnovamento estetico avviato dal Neorealismo italiano, alcuni pionieri hanno cercato nuove modalità espressive per aggiornare il rapporto tra immagini e suoni. È però nel successivo fervore creativo tra gli anni Sessanta e Settanta, che molti artisti hanno rielaborato radicalmente la funzione e la forma della musica nel cinema, utilizzando nuovi criteri per realizzare l'incontro tra le varie discipline. Utilizzando un linguaggio che ridiscute tutto in modo permanente, la loro videoarte si mostra ancora oggi come un luogo felice, bistrattato ma sufficientemente emancipato da poter "riscrivere" quanto acquisito, cioè: "fare" quello che l'arte deve "fare".
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