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Antichi solchi

Antichi solchi

Il viola della sera

di vanni spagnoli (Autore)

"Antichi solchi" è una espressione che apre e chiude quest'ultima raccolta di Vanni Spagnoli. E' un titolo emblematico, la cui estrema parafrasi è una melodia del silenzio e come tale appare in apertura del libro e ne sigilla la conclusione. Chi conosce la poesia dell'autore sa come sia passata attraverso linguaggi ed esperienze diverse, ma sempre mantenendo come determinante la capacità delle parole di mutarsi in immagine. Nulla di oleografico, il poeta appare sospeso sul tempo e ne accoglie in ogni scorcio la brevità essenziale.


Autore

vanni spagnoli
vanni spagnoli
9 pubblicazioni Visita la pagina Autore

Informazioni editoriali

Data di uscita
2022
Editore
Youcanprint
Pagine
88
ISBN
ISBN
9791221441345

Recensioni clienti

5 su 5 stelle sulla base di 3 Recensioni
Da Antonio Bianchessi il 22 nov 2022
Pubblicazione cartacea

“Antichi solchi” è una espressione che apre e chiude quest’ultima raccolta di Vanni Spagnoli. E’ un titolo emblematico, la cui estrema parafrasi è una melodia del silenzio e come tale appare in apertura del libro e ne sigilla la conclusione. Chi conosce la poesia dell’autore sa come sia passata attraverso linguaggi ed esperienze diverse, ma sempre mantenendo come determinante la capacità delle parole di mutarsi in immagine. Nulla di oleografico, il poeta appare sospeso sul tempo e ne accoglie in ogni scorcio la brevità essenziale. “Antichi solchi”… Vista così, all’inizio la si direbbe una combinazione di parole, dal significato incerto, forse suggestiva ma non ancora immagine poetica. Come tale si rivela non certo a caso nella poesia che chiude la raccolta e ne condivide il titolo. “La puntina/scava leggera nel vinile/antichi solchi/ il cerchio della vita/ad ogni giro/ a ricomporsi”. Solo giungendo alla fine si avverte che la raccolta di questi ultimi versi coincide con gli ultimi giri della puntina. C’è una intuizione profonda nella specularità che lega il poeta alla vita o, per restare agli antichi solchi, una insolita armonia tra il silenzio e la parola. A volte è proprio nella riduzione dell’uno all’altro di questi estremi che si rivela una verità altrimenti inaccessibile e che si esprime soltanto nel silenzio. Nelle poesia di Vanni il silenzio è discreto ma costante. Lo si avverte ovunque, come una eco melodica che accompagna questa esperienza singolare, ma soprattutto vera del fare poesia. Viene da pensare ad Ungaretti e al suo esprimersi come scavo verso l’essenziale. Ma se per Ungaretti l’essenziale era soprattutto il valore della vita, in contrapposizione alla mostruosità della guerra, per Vanni l’essenziale sta nell’avvertire la singolarità della esperienza umana nel suo quotidiano confronto con la vanità del mondo. Resta però evidente il parallelismo che corre tra epoche così diverse. Del resto già nella sezione “Anni settanta” si avvertono quei deliri di potenza che aprono riserve di caccia alla inguaribile stupidità umana: ieri Belfast oggi Ucraina. Ma nella sua poesia Vanni Spagnoli va al di là del dato politico, nella certezza dei valori che hanno formato la sua vita: l’amore e l’amicizia innanzitutto e una costante ricerca di bellezza. A un poeta non si può chiedere altro. Sull'incerto confine tra l'essere e il nulla, in quella luce preziosa, l’autore sembra gettare un’ultima consapevole occhiata a un mondo che sta per sparire. E tuttavia non è mai un addio…Quel sentire è sempre una intimità raggiunta. La poesia diventa così l’espressione di una umanità dolente ma mai rassegnata e sempre aperta alla brevità di un incontro. In quasi tutte le poesie qui raccolte la brevità è l’aspetto più evidente e sempre si procede di respiro in respiro. Una tendenza questa che spinge il poeta a sperimentare altri moduli, come l’haiku o il tanka, forse nella ricerca di una classicità universale. A titolo di esempio mi piace citare qui due versi, due immagini che esprimono il mistero della vita: Gli occhi di un bimbo/aperti/sull’incanto sempre nuovo/del risveglio. E all’opposto estremo: ed è pietoso dei vecchi il sonno breve. La vita....le sue esaltazioni e i suoi tradimenti. Vanni ha la capacità di osservarla negli aspetti in apparenza minori, meno eclatanti...una esperienza che forse gli deriva dall'arte medica...ma quanto amore in quel suo guardare: un intero cielo, il viola della sera che apre l'ultima sezione e chiude in quei palpiti di luce l'apparire estremo della vita. Si osservi ad esempio nella scansione breve dei versi l'apertura sconfinata dello sguardo: Ti inseguo ancora vita nel faticoso alzarsi dei miei cani per il peso degli anni t'inseguo ancora a passi cauti e con il tramonto negli occhi E poiché la poesia non ama essere tradotta in prosa mi resta solo un avvertenza: è un libro da sfogliare con mani leggere. E un ringraziamento del tutto personale al suo autore: bravo Vanni, anzi bravò, alla francese.

Da Damiano Leone il 23 dic 2022
Pubblicazione cartacea

"Antichi solchi” non è il primo libro di poesie di Vanni Spagnoli che leggo e, lo dico subito, con vero piacere. La mia biblioteca vanta una corposa raccolta di diverse opere dell’autore, il cui inizio risale almeno a una decina di anni fa, e tutte senza distinzione mi hanno donato emozioni intense accompagnate da riflessioni mai banali. Anche a distanza di tanto tempo, infatti, magari a seconda dello stato d’animo in cui mi trovo, amo rileggere qualche sua poesia: e sicuramente questo accadrà anche con questa sua ultima opera. Letta d’un fiato appena avuta tra le mani, senza dubbio diventerà qualcosa che, con il trascorrere del tempo, sentirò il bisogno di centellinare per rinnovare quel primo diletto dello spirito. Ancor più che in altri lavori che hanno preceduto quest’opera vi ho ravvisato l’evoluzione del poeta, i suoi diversi, a volte opposti stati d’animo, la rabbia per l’ingiustizia e la follia umane, il bisogno dell’amore come essenza fondamentale della vita: e come sottofondo, quella sottile malinconia, venata forse da ribellione, per come le cose sono e come invece avrebbero potuto essere. Personalmente non sono un vero esperto di poesia, e lascio ad altri il disquisire e analizzare nel loro intimo questi versi toccanti, ma una cosa la posso dire con sicurezza: se riuscire a comunicare cosa vuol dire essere umani, nella più nobile e alta accezione del termine, dovrebbe essere massima abilità di un poeta, credo che, come sempre, anche stavolta Vanni Spagnoli è riuscito a esprimerlo pienamente.

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